|
Attacchi di hacker, attentati terroristici e (sopratutto) blackout elettrici? Mettete in salvo prima i bambini e poi i dati informatici: Davanti a un campionario di minacce ogni giorno più vasto, le aziende sono sempre più attente alla difesa del loro capitale più volatile e vitale: quello elettronico, fatto di informazioni da cui dipendono per la loro operatività quotidiana. In pratica necessitano di un doppione, aggiornato costantemente e dislocato fisicamente in luoghi remoti e sicuri, di tutto quel che registrano nei loro computer. Con le incertezze attuali e la gestibilità sempre più complicata dei sistemi, il comparto dell'archiviazione sicura dei dati si è ramificato in una famiglia di soluzioni, tutte provviste della loro brava etichetta anglofona: "Data storage", cioè immagazzinamento e messa in sicurezza dei dati e delle informazioni; "Business Continuty", cioè garantire la continuità operativa di un sistema in qualsiasi circostanza, permettendo alle aziende di non fermarsi mai; e "Disaster recovery", cioè recupero di di funzionalità di sistema dopo un Breakdown causato da forze maggiori assortite, dai terremoti all'interruzione della corrente.
L'importanza del settore, già chiara a tutti dopo la perdita di dati informatici avvenuta con l'11 settembre, è stata resa ancora più palese a seguito dei recenti blackout che hanno interessato Stati Uniti ed Europa (quello italiano ha causato l'azzeramento dei dati bancari a migliaia dei correntisti). Dalla prevenzione al pronto intervento, il ciclo della sicurezza passa per un insieme complesso di servizi, che (dati Idc) l'anno scorso ha dato vita a un mercato da 80 miliardi di dollari destinato a crescere, [continua...]
|
|
|
|